Associazione 25 aprile | OTTOBRE/DICEMBRE 2023
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OTTOBRE/DICEMBRE 2023

OTTOBRE/DICEMBRE 2023

Raccontato attraverso le testimonianze delle ONG che operano sul territorio,
delle Organizzazioni dell’ONU, di organi di informazione.

 

L’Assemblea dell’ONU: Cessate il fuoco, subito

 

27 Ottobre 2023. L’Assemblea generale dell’ONU , per porre fine alla barbarie di questa guerra, ha approvato una Risoluzione  nella quale si chiede l’immediata sospensione delle ostilità. Hanno votato a favore 120 stati, 45 si sono astenuti, solo 14 hanno votato contro:  Croazia, Cechia, Figi, Guatemala, Ungheria, isole Marshall, Micronesia, Papuasia, Paraguai, Tonga, Austria, Israele e Stati Uniti.

Le agenzie umanitarie dell’ONU: Cessate il fuoco, subito

 

6 novembre 2024. Scrivono le Agenzie umanitarie dell’ONU in un appello congiunto per il cessate il fuoco: “Da quasi un mese il mondo osserva l’evolversi della situazione in Israele e nei Territori palestinesi occupati con shock e orrore…. Secondo le autorità israeliane, in Israele, in seguito all’attacco di Hamas del  7 ottobre sono state uccise circa 1200 persone e circa 3000 ferite. Più di 200 persone, compresi i bambini, sono state prese in ostaggio da Hamas. I razzi continuano a traumatizzare le famiglie. Decine di migliaia di persone sono state sfollate. Questo è orribile.

Tuttavia l’orribile uccisione di un numero ancora maggiore di civili a Gaza è un oltraggio, così come lo è l’esclusione di 2,2 milioni di palestinesi da cibo, acqua, medicine, elettricità e carburante.

Da inizio guerra:

Più di 10.000 palestinesi uccisi di cui 3900 bambini; 23.000 feriti

 

A Gaza, secondo il ministero della Sanità, dall’inizio della guerra sono state uccise più di 10.000 persone tra cui 3900 bambini e 2400 donne. Più di 23.000 feriti necessitano di cure immediate negli ospedali sovraccarichi. Sono stati uccisi decine di operatori sanitari tra cui 88 operatori ONU, 14 dei 35 ospedali di Gaza hanno smesso di funzionare”.

7 Novembre 2023. Oxfam , onlus che opera in tutto il mondo contro la povertà e le disuguaglianza mentre invoca e promuove la raccolta di aiuti per Gaza, così ci descrive la situazione: il 42% di tutte le unità abitative a Gaza sono state distrutte o danneggiate; in tutta Gaza gli sfollati sono 1,4 milioni su due milioni e 200.000  abitanti; a Gaza  il 2 novembre scorso quattro scuole ONU che ospitavano gli sfollati sono state bombardate.

8 Novembre 2023. Medici senza Frontiere che opera a Gaza scrive: “…ogni singolo giorno cerchiamo disperatamente di curare i feriti. Gli ospedali sono senza scorte e sommersi di pazienti. I nostri operatori ci raccontano di bambini operati sul pavimento senza anestesia sufficiente, di donne incinte che non possono raggiungere gli ospedali per partorire, di persone schiacciate dalle macerie senza che nessuno possa aiutarle…

Da inizio guerra

11.078 palestinesi uccisi di cui 4.506 bambini

 

10 Novembre.   Ad un mese dall’inizio della guerra le vittime   segnalate dal Ministero della salute di Gaza sono 11.078, di cui 4.506 bambini e 3.027 donne. Circa 2.700, tra cui 1500 bambini, sono dispersi. Secondo i dati dell’esercito Israeliano le vittime provocate dall’attacco di Hamas il 7 ottobre son 1.200, e circa 3000 i feriti.

Il Presidente dell’ONU Guterres, riferendosi alla guerra in corso, ha detto che mai così tanti minori sono morti in così poco tempo in una guerra.

22 Novembre. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) documenta, dall’inizio della guerra, 178 attacchi sanitari che hanno provocato 22 morti e trenta feriti tra gli operatori sanitari in servizio. Secondo i dati del comitato per la protezione dei giornalisti, dall’inizio della guerra almeno 53 giornalisti sono stati uccisi. Secondo fonti ufficiali israeliane, dall’inizio delle operazioni di terra sarebbero stati uccisi 73 soldati.

24 Novembre. Concordata una tregua umanitaria di quattro giorni, poi prolungata a sei. Prevede uno scambio di prigionieri (110 ostaggi liberati da Hamas e  240 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane), e l’ingresso, attraverso il valico di Rafah al confine con l’Egitto, di beni essenziali quali acqua potabile, cibo, medicine e una quantità limitata di carburante.  La quantità di questi beni essenziali si rivela del tutto inadeguata  per una popolazione stremata, privata di acqua, di cibo, di cure.

Da inizio guerra

14.854 palestinesi uccisi di cui 6150 bambini;  36.000 feriti di cui il 75% bambini e donne

 

26 Novembre 2023. Secondo il Ministero della Salute Palestinese/Gaza, dopo 7 settimane di guerra, i morti a Gaza sono saliti ad almeno 14.854, di cui 6150 bambini, i feriti almeno36.000 di cui il 75% donne e bambini.

28 Novembre 2023. In occasione della Giornata Mondiale di Solidarietà con il popolo palestinese, il Presidente dell’ONU, Guterres dichiara, fra l’altro: “I palestinesi di Gaza stanno subendo una catastrofe umanitaria. Quasi 1,7 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case…Sono inorridito dalla morte e dalla distruzione che hanno inghiottito la regione, che è sommersa dal dolore, dall’angoscia e dallo strazio….Sono stato chiaro nel condannare gli attacchi terroristici del 7 ottobre. Ma sono anche chiaro sul fatto che non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese…”In tutta la Regione, l’Agenzia dell’ONU per il soccorso e l’occupazione (Unrwa) è un’indispensabile ancora di salvezza che fornisce un sostegno vitale a milioni di rifugiati palestinesi…questa è una giornata per riaffermare la solidarietà internazionale col popolo palestinese e il suo diritto a vivere in pace e dignità. Questo deve iniziare con un cessate il fuoco a lungo termine, l’accesso illimitato agli aiuti salvavita, il rilascio di tutti gli ostaggi, la protezione dei civili e la fine delle violazioni del diritto umanitario internazionale. Dobbiamo esser uniti nel chiedere la fine dell’occupazione e del blocco di Gaza.”

2 Dicembre. Israele, come promesso, dopo la tregua umanitaria, riprende le ostilità ‘ovunque’

6 Dicembre 2023. Il presidente dell’ONU il 6 dicembre scorso, in considerazione della gravità e del drammatico precipitare della situazione ha convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’ONU al quale è stata sottoposta una delibera per la sospensione immediata delle ostilità. La delibera, se approvata sarebbe stata vincolante per tutti gli stati membri. Hanno votato a favore della delibera per l’immediata cessazione del fuoco 13 su un totale di quindici stati membri. Hanno votato a favore Albania, Brasile, Cina, Ecuador, Emirati Arabi, Francia, Gabon, Ghana, Giappone, Malta, Mozambico, Russia, Svizzera; si è astenuta la Gran Bretagna. Gli Stati Uniti d’America hanno comunque impedito l’approvazione della delibera esercitando il diritto di veto in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza. Assumendosi così la responsabilità tremenda, essi soli, di consentire che questa terribile tragedia continui.

Da inizio guerra

17.700 palestinesi uccisi di cui 7.779 bambini; 48.780 feriti di cui 8.663 bambini

 

7 Dicembre. L’offensiva di Israele contro Gaza è terrificante, dopo 70 giorni, secondo il ministero della Sanità, ha provocato 17.700 morti di cui 7.729 bambini ( è il dato percentuale più alto registrato in tutte le guerre) e 5153 donne; almeno 48.780 feriti di cui 8663 bambini e 6277 donne. All’indomani dei cinque giorni di tregua “umanitaria”, il 2 dicembre è ripreso il massacro con 2000 morti in cinque giorni (vedi tabella)

Sono state distrutte o danneggiate 300.000 abitazioni civili, oltre il 50% del totale, 26 ospedali su 35 non funzionano più, 167 chiese e 339 scuole sono state danneggiate o distrutte.

9 Dicembre. Così descrivono  la situazione a Gaza  le organizzazioni umanitarie che operano sul territorio.

Le Organizzazioni Non Governative (ONG):  Cessate il fuoco, subito

 

Le ong ACTION AID, AMNESTY INTERNAZIONAL ITALIA, AZIONE CONTRO LA FAME ITALIA, MEDICI SENZA FRONTIERE, OXFAM ITALIA, SAVE THE CHILDREN ITALIA, TERRE DES HOMMES ITALIA, VIS (Volontariato internazionale per lo sviluppo) scrivono, fra l’altro, in un documento in cui invitano il governo italiano a sostenere un cessate il fuoco permanente, la ripresa delle trattative per la liberazione di tutti gli ostaggi e il pieno accesso agli aiuti umanitari alle cure mediche. “Condanniamo inequivocabilmente le atrocità commesse da parte di gruppi armati palestinesi e il rapimento di cittadini israeliani e di altri paesi poi condotti nella striscia di Gaza il 7 ottobre scorso….Al tempo stesso la risposta da parte del governo israeliano sta causando una catastrofe umanitaria…dei circa 2,3 milioni di persone che ci vivevano in condizioni simili a una prigionia, circa 1,9 milioni sono stati costretti a lasciare le proprie case… cibo, acqua,  carburante e assistenza medica entrano con il contagocce…Con la ripresa dei combattimenti (dopo la tregua umanitaria) gli operatori umanitari sul campo non possono più operare in sicurezza, il perdurare dei bombardamenti rende impossibile ogni operazione di soccorso. I medici hanno operato al buio e senza anestesia fino a quando gli ospedali hanno potuto funzionare. Le persone bevono acqua di mare. Le acque reflue scorrono nelle strade. Il rischio di malattie ed epidemie leg legate all’acqua non potabile è fortissimo e potrebbe rivelarsi devastante…..Anche le guerre hanno delle regole che vincolano tutte le parti. E’ illegale prendere di mira i civili. E’ illegale negare cibo e acqua ai civili. E’ illegale prendere di mira ospedali scuole e strutture civili…”.

11 Dicembre. L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito più di 250 obiettivi in 24 ore compresi i centri di Hamas e gli ingressi dei tunnel  nel sud di Gaza.

Philippe Lazzarini, Direttore dell’ Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha denunciato in un articolo pubblicato sul Los Angeles Times lo sfollamento forzato degli abitanti di Gaza a Rafah, verso l’Egitto “Se continuiamo su questa strada Gaza cesserà di essere una terra per i palestinesi”.

Assemblea generale dell’ONU: Cessate il fuoco, subito

 

13 Dicembre. L’assemblea generale dell’Onu approva la risoluzione che chiede “un cessate il fuoco immediato a Gaza” e esprime “grave preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria. Votano a favore 153, 10 contrari (fra cui USA e Israele) e 23 astenuti. (vedi tabella).

21 Dicembre. Radio Svizzera Italiana. Testimonianza di Sami Abu Omar cooperante che opera a Gaza. “Nella striscia manca tutto. Viviamo in un cimitero a cielo aperto…dal punto di vista umanitario spiccano i rifornimenti che entrano col contagocce, e la loro difficile distribuzione…Dopo 72 giorni di guerra la situazione sta sempre più peggiorando. Hanno spinto la popolazione sempre più verso Sud. Ma al Sud manca tutto, servizi igienici, acqua, forniture…in tutta la Striscia di Gaza solo due ospedali sono funzionanti e tantissime persone vi arrivano per chiedere aiuto, soprattutto bambini. In molte zone manca l’acqua. Coloro che non muoiono per i bombardamenti perdono la vita per fame. La striscia è un cimitero aperto verso il cielo, ma nessuno dice ‘Basta,fermatevi’.

Il quotidiano Repubblica riferisce che nella striscia di Gaza non ci sono luoghi che non siano sottoposti ai raid israeliani ( più di trecento nelle ultime 24 ore).

22-23 Dicembre. 77° giorno di guerra: 20.057 palestinesi uccisi e 53.320 feriti. Nelle ultime 48 ore si sono registrate 390 vittime e 734 feriti (vedi tabella)

Da inizio guerra

20.057 palestinesi uccisi, 53.320 feriti

 

Numerosi organi di stampa riportano la notizia secondo cui La Cnn, in collaborazione con la società di intelligenza artificiale Synthetaic, ha analizzato la portata della distruzione compiuta dai raid.  L’esame delle fotografie satellitari dei primi giorni di guerra rivela più di 500 crateri da impatto di oltre 12 metri di diametro coerenti con quelli lasciati dalle bombe da 2000 libbre. Ciò significa che Israele ha sganciato centinaia di bombe di  2000 libbre in grado di uccidere o ferire persone nel raggio di 300 metri. L’uso di simili bombe in un’area densamente popolata come Gaza oltre ad uccidere moltissime persone significa che “ci vorranno decenni prima che le comunità si riprendano”. Questo afferma Joh Chappell, difensore e membro legale di Ivic, un gruppo con sede a Washington  che  si occupa della minimizzazione dei danni ai civili nei conflitti.

  Alcuni organi di stampa riferiscono di un’altra analisi  condotta congiuntamente da Cnn e New York Times secondo la quale Israele avrebbe colpito almeno tre località verso le quali aveva ordinato ai civili di evacuare per sfuggire ai bombardamenti. Il 1 dicembre le Forze di difesa hanno pubblicato una mappa di Gaza divisa in 623 blocchi numerati dove sono indicate le aree bersaglio dei raid e quelle invece sicure verso le quali i civile dovevano fuggire. La mappa è stata descritta ai palestinesi come “un modo sicuro per preservare la vostra sicurezza”. Grazie a immagini satellitari e notizie locali, Cnn ha potuto verificare almeno tre attacchi israeliani in aree in cui ai cittadini era stato detto di spostarsi”.

23 Dicembre. Dopo dieci giorni di estenuanti trattative viene approvata una Risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU che consente l’ingresso di aiuti senza cessate il fuoco.  Dichiara Guterres “Non era il testo che avevamo auspicato ma possiamo considerare il bicchiere mezzi pieno: Il cessate il fuoco è l’unico vero mezzo per porre fine alle sofferenze e muoversi verso la pace. La risoluzione di oggi può aprire la strada”; Oxfam America sottolinea “Gli aiuti a Gaza non possono funzionare mentre le bombe cadono e distruggono case, fabbriche, mulini e panifici”; P. Callamard Segretario generale di Amnesty international “Tutti gli sforzi volti ad affrontare la catastrofe umanitaria senza precedenti che si sta svolgendo a Gaza devono essere accolti con favore, ma solo un cessate il fuoco immediato è sufficiente….e’ vergognoso che gli Stati Uniti siano stati in grado di prendere tempo  e usare la minaccia del loro diritto di veto per costringere il Consiglio di sicurezza a indebolire un appello tanto necessario per un intervento immediato. Medici senza Frontiere dichiara:  la misura “è dolorosamente inferiore” a ciò che sarebbe necessario per affrontare la terribile crisi umanitaria.

24 Dicembre. LA FAME.  Secondo un rapporto stilato dalle Agenzie ONU molte ONG a Gaza ¼ della popolazione rischia di morire di fame…..A un quarto della popolazione (576.000 persone su 2.200.000) manca cibo a livelli catastrofici e il 93% affronta livelli critici di Fame. Lo staff dell’OMS presente a Gaza ha affermato che ogni singola persona con cui ha parlato  è affamata. Ovunque andassero, compresi ospedali e pronto soccorso, la gente chiedeva loro cibo”. L’oms denuncia “La malnutrizione aggrava il rischio che i bambini muoiano di malattie come diarrea, polmonite e morbillo, soprattutto in un contesto in cui non ha accesso ai servizi sanitari. E anche se il bambino sopravvive, il deperimento può aver conseguenze che durano tutta la vita poiché ostacola la crescita e compromette lo sviluppo cognitivo”.

IL Manifesto riporta la notizia di Mohamed Abu Hwaidi, il centesimo giornalista palestinese ammazzato in 78 giorni di offensiva israeliana.

27 dicembre. Sale il bilancio delle vittime: sono 21.110 i palestinesi uccisi dall’inizio della guerra; 54.536 i feriti; 7000 i dispersi; nelle ultime 24 ore 195 persone sono state uccise e 350 ferite 81 giorni dall’inizio della guerra. Israele dichiara 172 soldati uccisi dall’inizio della guerra.

Da inizio guerra

21.000 palestinesi uccisi di cui oltre 8000 bambini, 54.536 feriti

 

27 Dicembre. La notte di Natale l’aviazione israeliana ha bombardato senza preavviso alcune palazzine del campo profughi di Maghazi, nelle zone centrali della striscia. I morti sono stati un centinaio come segnalato dall’ospedale di Al Aqsa a circa tre km dal luogo del massacro. Ieri le bombe hanno colpito i piani alti dell’edificio della Mazza luna rossa palestinese. Massacri e distruzioni stanno rendendo impossibile qualsiasi prospettiva di ritorno nel medio periodo per i civili che hanno abbandonato le loro case. Israele sta riducendo la Striscia di Gaza in un deserto di macerie e crateri. Mussa professore nella scuola del campo profughi di Maghazi dichiara “Non c’era alcun motivo per distruggere quelle palazzine e uccidere i loro abitanti. Ma stiamo assistendo al piano israeliano di farci paura e indurci a scappare all’estero, precludendoci la possibilità di tornare. Dove potremmo vivere se non ci sono più abitazioni in piedi?”

  Il capo di stato maggiore israeliano Halevi ha affermato che Israele “raggiungerà la leadership di Hamas, sia che ci voglia una settimana o che ci vogliano mesi e aumenterà la pressione in varie forme per consentire la realizzazione degli obiettivi di guerra- la distruzione di Hamas e la restituzione degli ostaggi.

– Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fissato tre requisiti per raggiungere la pace con “i vicini palestinesi di Gaza: “Hamas deve essere distrutto, la Striscia di Gaza deve essere smilitarizzata e la società palestinese deve essere  deradicallizzata”, così ha dichiarato al Wall  Street Journal.

– Israele lavora per espellere i civili da Gaza. La relatrice speciale delle Nazioni Unite degli sfollati interni afferma che Israele “sta lavorando per espellere” la popolazione civile dalla striscia di Gaza. Israele sta cercando di alterare in modo permanente la composizione della popolazione di Gaza con ordini di evacuazione in continua espansione e attacchi diffusi e sistematici contro i civili e le infrastrutture civili… dall’inizio della guerra l’85% della popolazione di Gaza è sfollata interna. “L’unica conclusione logica è che l’operazione militare israeliana a Gaza mira a deportare in massa la popolazione civile”.

– In una nota diffusa dal Ministero degli Esteri Francese, la Francia manifesta la sua preoccupazione per l’annuncio delle autorità israeliane che i combattimenti a Gaza si intensificheranno e si prolungheranno, in un momento in cui bombardamenti sistematici hanno provocato un gran numero di vittime civili negli ultimi giorni e ribadisce con forza la necessità di un cessate il fuoco immediato. Prosegue la nota dicendo che il diritto internazionale umanitario impone chiari principi di distinzione, necessità, e precauzione per  risparmiare i civili in ogni momento e in ogni luogo.

28 Dicembre. Il presidente turco Erdogan ha paragonato l’invasione militare di Israele contro la Striscia di Gaza all’olocausto. Netanyahu ha detto che il presidente turco “è l’ultima persona che può farci la morale” dal momento che”commette un genocidio contro i curdi e detiene il recordo mondiale tra chi imprigiona i giornalisti che si oppongono al suo regime”

30 Dicembre. Il Sudafrica ha denunciato ieri Israele alla Corte internazionale di Giustizia con l’accusa di aver violato la Convenzione del 1948 per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio: «Gli atti e le omissioni di Israele – si legge nel comunicato – hanno natura genocida, perché commessi nell’intento specifico (…) di distruggere i palestinesi di Gaza come parte del più ampio gruppo nazionale, etnico e razziale palestinese». Il riferimento è a «l’uso indiscriminato della forza e la rimozione forzata degli abitanti». La richiesta prevede che la Corte si riunisca per chiedere misure atte a prevenire l’ulteriore commissione di atti di genocidio. Tel Aviv ha accusato Pretoria di «collaborare con un gruppo terroristico che fa appello alla distruzione di Israele».

31 Dicembre. Uno studio del Wall Street Journal indica che il 70% delle abitazioni della Striscia di Gaza sono distrutte o danneggiate.