Associazione 25 aprile | SCHEDA 5 – GAZA – GENNAIO
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SCHEDA 5 – GAZA – GENNAIO

SCHEDA 5 – GAZA – GENNAIO

 

TESTIMONIANZA DI SAMI AL-AJRAMI

  “Nella Striscia è in corso la deliberata cancellazione di una popolazione chiusa in gabbia”

Così scrive su “La Repubblica”del 12 Gennaio Sami al-Ajrami riferito alla denuncia del Sudafrica “Noi gente di Gaza terremo una bandiera del Sudafrica sulla porta quando riavremo una casa, se mai ne riavremo una. Non è stato un paese arabo fratello di sangue e di fede, a portare davanti alla giustizia del mondo la strage che si consuma qui. Lo ha fatto un popolo fratello di Storia. Un popolo che sa che cos’è l’apartheid, che cosa sono i ghetti, che cos’è l’oppressione….gli avvocati sudafricani hanno spiegato alla Corte che nella Striscia…è in corso…la cancellazione deliberata di una popolazione chiusa in gabbia….

Oxfam: “A Gaza più morti al giorno di ogni altra guerra dal 2000”

Il tasso di mortalità giornaliero della guerra di Gaza è il più alto di qualsiasi altro grande conflitto del XXI .

Lo rende noto uno studio dell’agenzia umanitaria Oxfam secondo cui l’esercito israeliano uccide in media circa 250 palestinesi al giorno e molte altre vite sono a rischio per colpa della fame, delle malattie e del freddo.

Mentre il conflitto si avvicina al suo centesimo giorno, elaborando dati disponibili al pubblico, Oxfam ha calcolato che questo numero è significativamente più alto di qualsiasi recente grande conflitto armato, tra cui quello in Siria (96,5 morti al giorno), in Sudan (51,6), in Iraq (50,8), in Ucraina (43,9) in Afghanistan ( 23,8) e in Yemen (15,8).

Inoltre, il rapporto ricorda le oltre 1200 persone trucidate nei terribili attacchi di Hamas e altri gruppi armati in Israele il 7 ottobre e i 330 palestinesi uccisi in Cisgiordania.

Secondo Sally Abi Khalil, direttrice di Oxfam per il Medio Oriente, “la portata e le atrocità che Israele sta commettendo su Gaza sono davvero scioccanti”. “Per 100 giorni – aggiunge – la popolazione di Gaza ha sopportato una vita d’inferno. Nessun luogo è sicuro e l’intera popolazione è a rischio carestia. È inimmaginabile che la comunità internazionale stia osservando lo svolgersi del conflitto più mortale del 21° secolo, bloccando continuamente le richieste di cessate il fuoco”.

Oxfam avverte inoltre che le persone sono costrette a rifugiarsi in aree sempre più piccole a causa dei continui bombardamenti che li spingono a fuggire dai luoghi che in precedenza erano stati definiti sicuri. Ma ora – si legge nel rapporto – nessun posto a Gaza è veramente sicuro. Oltre un milione di persone – più della metà della popolazione – sono state costrette a cercare rifugio a Rafah, al confine con l’Egitto.

Lo staff di Oxfam a Rafah denuncia un enorme sovraffollamento, pochissimo cibo e acqua e medicinali essenziali esauriti. Questa crisi è ulteriormente aggravata dalle restrizioni israeliane sull’ingresso degli aiuti, dalla chiusura dei confini, dall’imposizione di un assedio e dal rifiuto di accesso illimitato. Attualmente arriva solo il 10% degli aiuti alimentari settimanali necessari. Oxfam infine mette in guardia anche dalla massiccia minaccia alla vita rappresentata dalla fame e dalle malattie. L’arrivo del freddo e dell’umidità rende la situazione ancora più critica, con carenza di coperte, mancanza di combustibile per i dispositivi di riscaldamento e mancanza di acqua calda.